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L’architetto Ciriaco Santini nasce a Jesi nel 1797 e nella sua città muore il 1889.
Frequentò l’Accademia di Belle Arti di Bologna dove fu più volte premiato alla scuola degli elementi di ornato e nella sua città incominciò a lavorare attorno al 1829 come insegnante di disegno al Ginnasio e poi presso l’Istituto tecnico . Dal 1830 fu nominato architetto comunale e svolse questo lavoro ininterrottamente per più di trent’anni occupandosi di opere di ingegneria civile, idraulica e stradale. Il Santini architetto abbraccia gli stilemi tipicamente ottocenteschi e molto valorizzati nello Stato Pontificio dell’epoca, che vengono racchiusi nella definizione di Purismo, e che, nelle Marche, vide il suo apice nell’architetto Ireneo Aleandri autore dello Sferisterio di Macerata. “Il Purismo architettonico seguì idealmente lo "spirito di geometria" che aveva organizzato le sperimentazioni architettoniche degli architetti rivoluzionari francesi, depurando l’imitazione etica della manualistica vignolesca che aveva a lungo caratterizzato il Neoclassicismo, accontentandosi però di adattarne le utopiche intuizioni formali ad una loro più concreta realizzabilità e ad un funzionalismo tipologico.”


Tra le opere di Santini realizzate a Jesi c’è forse il suo capolavoro: il Mercato delle Erbe situato appena fuori le mura. È un imponente edificio a due piani con pianta rettangolare coperto da mattoni faccia vista. Il piano terra è costituito da 14 colonne di ordine tuscanico con volte a sesto acuto che, al piano superiore, vengono sostituite da una copertura piana. L’edificio fu consegnato alla città dopo appena tre anni di lavori, il 1° aprile del 1862 . Santini contribuì anche alla erezione di alcune nuove cappelle nel cimitero di Jesi, alla ricostruzione della Chiesa di Tabano e quella di San Pietro Martire. Attorno al 1882 lavora al Convento delle monache carmelitane di Jesi per le quali adatta il villino del conte Grizi lasciato in donazione, costruendo il primo nucleo di un grosso complesso monastico concluso nel 1930. Partecipò ai lavori per la trasformazione del Monastero delle Clarisse di Santa Chiara in caserma di Fanteria nel 1862; il grande e imponente complesso era attivo sin dall’inizio del XVII secolo per volontà delle nobili < famiglie jesine che lì monacavano le loro figlie, dopo l’esproprio napoleonico, passò nelle mani di Eugenio di Beauharnais, Duca di Leuchtemberg, infine fu ceduto Stato e da qui al Comune .
Al di fuori di Jesi, nel 1896, troviamo il Santini nel maceratese, impegnato a San Severino nel restauro del Duomo Vecchio assieme all’ingegnere Federico Federiconi.
Alcune opere sono presenti nel territorio di Ostra come il bellissimo Teatro La Vittoria che Santini realizzò tra il 1863 e il 1867. L’edificio attiguo al Palazzo Comunale venne eretto per volere del cardinale Nicola Antonelli nel 1768 e successivamente modificato affidando l’incarico all’architetto Francesco Fellini di Barbara, mentre la direzione dei lavori passò a Ciriaco Santini.
La sala a ferro di cavallo è attorniata da 29 palchetti, ripartiti su due ordini e con loggione finale. Il palcoscenico ha un boccascena di 5,40 metri e mantiene intatti alcuni antichi macchinari scenici . Sempre a Ostra, Santini mette mano al Santuario della Madonna della Rosa creando una facciata pulita e luminosa sormontata dal timpano a semicerchio, e all’alto Campanile laterale che si chiude con una cuspide dagli echi gotici.


Molti dei lavori del Santini si ritrovano a Maiolati Spontini dove per molti anni fu architetto di fiducia del Maestro Gaspare Spontini e di sua moglie Celeste Erard per i quali realizzò la loro casa oggi sede del Museo Spontini. Il vecchi edificio a tre piani che Spontini acquisto dalla famiglia Valchera fu risistemato tra il 1843 e il 1846 con la supervisione della Reggenza delle Opere Pie voluta da Spontini. La facciata di mattoni faccia a vista appare pulita e lineare ed è tagliata da due leggere cornici sopra le quali poggiano le finestre.
Al piano terra vi sono portoni di ingresso uno per l’entrata al piano terra dove erano poste cucine e locali per la servitù e l’altro per l’ingresso nel palazzo e la salita, attraverso una semplice e bianca scala dal corrimano in ferro battuto, ai piani superiori. Nel 1845, sempre su commissione di Spontini, iniziano i lavori per la costruzione dell’Ospizio di Carità, anche in questo caso i lavori sono diretti dal Santini, ma il progetto viene disposto da un disegno fatto arrivare da Roma. Anche questo immenso stabile presenta forme neoclassiche con mattoni a vista e copertura a bugnato al piano terra. L’ultima opera che compie per i coniugi Spontini è il bellissimo Parco Colle Celeste voluto dal musicista e dedicato a sua moglie la quale, anche dopo la morte del marito, lo ha seguito in ogni passo fornendo dettagliate disposizioni per la sua realizzazione. Un lungo viale alberato in terra battuta sfocia nel folto boschetto demarcato da balconata di mattoni a vista che si apre su tutta la Vallesina fino al mare. Celeste Erard da Parigi, dove era tornata dopo la more del marito, non mancava di indicare le tipologie di alberi e fiori che avrebbe desiderato nel parco. In origine era prevista la costruzione di un tempietto che doveva accogliere il busto di Spontini, ma ben presto Celeste preferì mettere la copia della statua della Madonna che aveva visto a Lione fornendo alle maestranze misure e materiali che avrebbero dovuto utilizzare .

 

di Federica Candelaresi

 

Bibliografia

Discorsi detti nella grande aula della Pontificia Accademia delle Belle Arti in Bologna II di XIX. Agosto MDCCCXVI, in occasione della solenne distribuzione del premio Curlandese, e de' premi delle scuole fattasi dall’Eminentissimo e Reverendissimo Principe Cardinale Alessandro Lante Legato della Cittaò e Provincia di Bologna, Tip. de' Franceschi alla Colomba, 1816.
Calendario generale della città, diocesi, e provincia di Ancona, dalla Tip. Baluffi., 1835.
F. Mariano, L. M. Cristini, Ireneo Aleandri (1795-1885): l'architettura del purismo nello Stato Pontificio, Electa, 2004.
A. Coltorti, Beccheria, Pescheria e Mattatoio, in “Jesi e la sua Valle” n° 5, marzo, 2012.
L. Mozzoni, G. Paoletti, Jesi “città bella sopra un fiume”, Jesi, 1994.
A.Pettinari, Ostra Teatro “La Vittoria”, Ostra , 1997.
AA.VV. Maiolati Spontini, Terra della Musica, Maiolai Spontini, 1999.
Idem.

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