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La Collezione di ritratti di personaggi illustri dal XVII al XIX secolo del Comune di Ostra raccoglie tutti ritratti di personaggi che o per nascita, o per aver lasciato un segno importante nella storia della città, hanno avuto l’onore di essere ricordati con un dipinto.
Le notizie biografiche, laddove presenti, sono tutte tratte da “Antichità Picene” di Giuseppe Colucci, le ricerche e i testi sono di Federica Fanesi, e le fotografie di Giuseppe Boschetti.

G.G. Elisi.

Aloisio Carsidoni: Nato a Camerino, fu Vescovo di Bagnoregio (VT) nel 1832. L'anno successivo venne trasferito a Fano. Nel 1847 invia al Comune di Montalboddo il suo quadro con il ritratto, che arriva accompagnato da questa lettera, diretta al Gonfaloniere Claudio Menchetti: “Non per ostentazione, ma soltanto a secondare i desideri dei miei Concittadini, e singolarmente le gentili premure di Vostra Signoria Ill.ma come capo della Magistratura, le presento col mezzo del Sig. Don Tommaso Veschi, il mio Ritratto. Voglio sperare che questa mia adesione ai voti del Comune, che mi fanno onore, sarà accolta con quella urbanità caratteristica di codesta Città, e non verrà ascritta a vanità di comparsa, ma sibbene interpretata in attestazione di quella sincera stima ed affettuoso rispetto verso di tutti e segnatamente verso di Lei, di cui godo raffermarmi di V. Ill.ma dev.mo Obbl.mo Servitore”. Muore il 6 dicembre del 1856.

Francesco Cherubini: nacque a Montalboddo il 22 settembre 1585 e fu battezzato nella chiesa di San Gregorio.
“Clarissimo Dottore di Legge, doppo il servitio prestato per lo spatio d’anni quaranta in posto d’Auditore a Monsignor Giovan Battista Panfili, poi Cardinale e Papa, nella carica d’Auditore della Sacra Rota Romana, nelle Nuntiature di Napoli e Spagna nel Cardinalato e Pontificato, si rese degno d’esser, da quel grande Pontefice Innocenzo X, promosso al Cardinalato. Fu egli di Virtù, come di Vita e costumi essemplarissimo. Morì santamente in Montalboddo, sua patria, essendo Vescovo di Senigallia. Dalla memoria di questo degnissimo Porporato si è apportato per sempre gloria immortale al di lui Nobil Casato & alla Patria tutta.”
All'inizio del Corso Mazzini, al n. 93, si incontra il Palazzo Cherubini-Osti, che dal 1975 è diventato sede della Banca di Credito Cooperativo di Ostra e Morro d’Alba.
Lungo il vicolo, a fianco del Palazzo, troviamo l'iscrizione dell’anno di costruzione: 1603. All'interno, nella parte nobile, decorano le volte e i soffitti bellissimi stucchi con putti e allegorie: la Sala del Figliol Prodigo, la cui parabola è raccontata in cinque riquadri; la Sala delle Virtù Cardinali; la Sala dell’Ermellino e quella dello Stemma .

Gaudenzio Antonini: “Meritissimo Governatore d’ Ancona nel corrente anno 1790. Questi, dopo essere stato per il corso di sedici anni Uditore alla Nunziatura di Portogallo e per vari mesi internunzio di essa, vestì finalmente l’abito di prelato e, ritornato in Italia, fu fatto Governatore di Città di Castello e da quel Governo trasferito in Ancona, ove al presente con somma prudenza ed inimitabile disinteresse regola quel popolo con universale acclamazione. Nel tempo per altro in cui si stampa questa serie tiene egli con ugual lode ed applauso il governo di Viterbo e per le sue rare doti è da sperare che sarà per avanzarsi a carriere anche più luminose.”

 

Giovan Battista Alfieri: “Sacerdote di vita esemplarissima e fornito d’ogni fondata erudizione nelle materie ecclesiastiche; dopo lungo servizio prestato alla chiesa metropolitana del cardinale Giambattista Panfili, assunto questi al pontificato col nome di Innocenzo X, fu da sua Beatitudine destinato Crocifero del Sacro Palazzo Apostolico e quindi, vacata la chiesa di Fano per morte di monsignor Alessandro Castracani, fu egli eletto vescovo di quella città nell’anno 1650. Celebrò in essa il Sinodo Diocesano nel giugno del 1654 e, in età molto avanzata e pieno di meriti, finì i suoi giorni il dì 22 luglio 1676, con universale rammarico di quella diocesi.”

Giuseppe Gherardi: “Prelato della Curia Romana, Referendario d’ambo le signature nel Pontificato d’ Innocenzo XIII, il quale, dimessa la mantelletta circa l’anno 1728, si sposò colla nobil donna Contessa Vittoria De Gasparis di Ferentino, ricca d’un patrimonio di sopra 100.000 scudi. Potè saviamente lasciar l’incerto pel certo, seguendo anche il sentimento di S. Agostino “Tene certum, dimitte incertum”

 

Card. Leonardo Antonelli: Nacque a Senigallia il 6 novembre 1730 dalla nobile famiglia degli Antonelli, conti di Pergola, patrizi di Gubbio e di Ostra. Papa Pio VI lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 24 aprile 1775. Viene ricordato nella storia della Chiesa per essere stato il primo grande cardinale, nominato poi "Papa rosso", ad aprire lo Stato Pontificio al nuovo clima culturale dell’Illuminismo. A questo proposito si ricorda lo storico incontro,nella sua residenza estiva di Brugnetto di Senigallia, con il padre dell'illuminismo francese, Voltaire, avvenuto nell'estate del 1783, a seguito del quale, ai piedi dello scalone del suo palazzo, fece mettere una lapide di marmo con la storica scritta “Qui non s'usan complimenti e si vive in liberta'". Morì il 23 gennaio 1811 all'età di 80 anni nel suo palazzo Antonelli Castracani Augusti a Brugnetto di Senigallia. È’ sepolto nella seconda navata a sinistra del duomo di Senigallia.

Nicola Antonelli: nobile di Senigallia, nacque in Pergola nel 1698, venne eletto cardinale nel 1759 da papa Clemente XIII. La sua famiglia, figura tra quelle nobili bodiesi fin dal 1662. Terminò la vita nel 1767.

Pio VI: al secolo Giavanangelo Braschi, nacque a Cesena il 27 dicembre 1717, dal conte Marco Aurelio Tommaso Braschi e da Anna Teresa Bandi. Dopo aver conseguito il dottorato in Legge, si trasferì a Ferrara, dove divenne Segretario personale del Cardinale Ruffo, nei cui Vescovadi di Ostia e Velletri ricoprì la carica di Uditore, fino al 1753. la sua abilità nel condurre un’importante missione alla corte di Napoli, gli guadagnò la stima di Benedetto XIV, che lo nominò suo segretario e canonico di San Pietro. Il 26 aprile 1773 fu nominato Cardinale e solo due anni dopo, divenne Papa col nome di Pio VI. La sua vicenda si intreccia con quella di Montalboddo per un Decreto, “Apostolicae sedis maiestati”, con cui concedeva, per la rinomanza raggiunta, il riconoscimento e il titolo di Città: “ Noi. Commossi dalle suppliche umilmente avanzateCi ed anche di Nostro Motu Proprio, con sicura scienza e maturata deliberazione della Nostra potestà, con la pienezza del potere apostolico, erigiamo ed eleviamo in perpetuo la Terra di Montalboddo al grado di Città…”

Quinzio Battista Roberti: “Era non solo bravo capitano, ma anco ben assai letterato nella segreteria e molto più nell’astrologia. Fu egli al servizio in posto di segretario del Duca della Mirandola e poi Aio del Principe di Lobkovitz e indi passò a quello di Capitano de’ Cavalli di Ferdinando II Imperatore, che per la sua gran bravura e fama riportata in più battaglie nelle guerre di Gustavo, Re di Svezia, si rese degno d’esser fatto colonnello di Sua Maestà Cesarea e in questo posto morì, compianto da quella Corte per la stima che si faceva del suo merito e valore.”

Romualdo Guidi: di lui non si hanno notizie biografiche, se non quelle riportate sulla tela. Fu Cardinale e la sua famiglia era iscritta dal 1766 tra le famiglie patrizie di Montalboddo.

Tullio Elisi: “Pieno di spirito marziale, volle seguire il colonnello Pier Conte Gabuzzi al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia ed, essendovi il Gabuzi stato richiesto dal Re di Polonia Stefano Battori ne’ volendo quegli lasciare il servigio della Serenissima Repubblica, fu questi dal Gabuzi inviato a quel servizio in posto di Capitano. Ma poscia terminata quella spedizione, fu richiamato dal suddetto Gabuzi al servizio della Signoria di Venezia, in cui, segnalatosi nell’assedio di Zara, vi fu onorato della carica di colonnello e fu mandato Governatore delle Armi in Candia, in Canea, ritornò governatore di Zara e Sebenico, con altri governi di città in terra ferma, dove al servizio della suddetta Signoria, finì con grande onore la sua vita.”

Lorenzo Gherardi: “Dopo aver esercitato con somma di lui lode in qualità di prelato i governi di Benevento, Terni, Città di Castello, Norcia, Montalto, Camerino, Spoleto, Fermo, Frosinone e Viterbo, fu dunque creato Vescovo delle due chiese unite di Loreto e Recanati dalla S. M. Innocenzo XII il dì 11 luglio 1693”. Il 29 settembre 1709 consacrò la Cappellina della Madonna della Rosa, su delega del Vescovo di Senigallia. Morì il 5 aprile 1727. presso il Palazzo Apostolico di Loreto è conservato un altro suo ritratto.

Vincenzo Maria Sanzi: “Uomo coltissimo in entrambi i diritti, prima coepìscopo di Senigallia, poi presule di Viterbo, e infine antistite di Fermo. Morì nel 1819.”

 

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