Numana http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana Thu, 19 May 2016 17:30:20 +0000 Joomla! - Open Source Content Management it-it simonedigrandi.ag@gmail.com (La Memoria dei Luoghi) CARTOLINE STORICHE http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana/128-cartoline-storiche http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana/128-cartoline-storiche

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Numana Fri, 16 Oct 2015 13:51:20 +0000
FOTOGRAFIE STORICHE http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana/129-fotografie-storiche http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana/129-fotografie-storiche

 

 

 

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Numana Fri, 16 Oct 2015 13:52:13 +0000
RACCONTI DI NUMANA - "POLDO": un venditore ambulante di dolciumi http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana/232-racconti-di-numana-poldo-un-venditore-ambulante-di-dolciumi http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana/232-racconti-di-numana-poldo-un-venditore-ambulante-di-dolciumi 15° RACCONTO
                                  DAL PASSATO AL PRESENTE NUMANESE
                                "POLDO": un venditore ambulante di dolciumi


                                                                                                   di Pietro Marchetti Balducci



Il personaggio che sto per descrivervi è stato già menzionato nel mio libro " Cera una volta un'altra Numana". Desidero tornare sull'argomento per descrivere meglio il personaggio e quanto sia stato importante  negli anni '30 del '900,sopratutto, per noi ragazzini.
Vorrei anche raccontare le sue doti imprenditoriali, la sua umiltà, onestà e paziente disponibilità , nonostante i suoi tanti problemi  per le precarie condizioni socio-economiche della sua famiglia.  Questa persona di lungimirante senso commerciale si chiamava LEOPOLDO SPADARI, noi tutti lo chiamavamo semplicemente "POLDO". Credo che sia stato originario di Sirolo,  abitava a Numana in una modesta casetta di proprietà della Confraternita, sul lato destro della vecchia Chiesa Parrocchiale S. Giovanni Battista.
Nella comunità aveva vari "compiti di servizio" da lui "inventati" per aiutare la famiglia a sopravvivere: consegnava a domicilio qualsiasi cosa che arrivava con le corriere da Ancona e stazione di Osimo, era facilmente identificabile perché sul cappello  spiccava la scritta "PORTABAGAGLI", ma il  ruolo più caratteristico era quello di venditore ambulante di dolciumi. La domenica e in altre feste, soprattutto nel periodo estivo, con il suo carrettino, costruito con le sue mani, intorno alle ore 17 arrivava a " LA PIAZZETTA" con l'immancabile giacca bianca. Per i numanesi di Numana Alta, la piazzetta era il punto di incontro, abbastanza frequentato anche dai "bagnanti", era uno spazio adiacente al lato sinistro della vecchia Chiesa del Santuario, luogo tranquillo dove si poteva sedersi nei sedili in pietra a ridosso del muro della Chiesa. Per noi ragazzini era il luogo giusto per giocare indisturbati, e gli adulti, soprattutto donne, si raccontavano le loro vicende familiari.
"Poldo" arrivava puntuale con il carrettino e con la sua "merce" bene in vista per stimolare la nostra fantasia e il nostro desiderio di dolci.
Al centro del carrettino c'erano due "buzzighi" incassati nel piano che contenevano i due gusti del gelato, crema e cioccolato, e intorno ai "buzzighi" vari pezzi di ghiaccio per impedire che il gelato si sciogliesse.
Non si poteva dire che il gelato era poi tanto gelato, perché la temperatura calda esterna qualche volta aveva la meglio sul freddo che doveva emanare il ghiaccio per conservare il gelato. Credo che Poldo il gelato lo comprasse da Martini o da Gigina del cafè, non penso che avesse in casa l'occorrente necessario per produrlo.
Altri prodotti in vendita che ci facevano "gola" erano le ciambelline di anici infilate in un'asta di legno, i famosi maritozzi, qualche caramella, alcune bottiglie di gassosa (quelle con la pallina ), delle scatoline contenenti pezzi di torrone, per noi molto interessanti perché le immagini impresse sulle scatoline le prendevamo per la raccolta delle figurine.
Il problema per comperare qualche cosa e soddisfare la nostra golosità erano i "soldi".
Anche in quei tempi le uniche persone che ti potevano dare qualche centesimo erano le nonne, eravamo in diversi ad aspettarle all'uscita dalla funzione religiosa della domenica sera per avere quei pochi spiccioli e correre da Poldo per acquistare qualche cosa che i soldi ricevuti ci permettessero di acquistare.
Aspettavamo la domenica con ansia,questi erano i momenti più belli della nostra infanzia.


Numana  maggio 2013

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Numana Thu, 22 Oct 2015 15:33:43 +0000
RACCONTI DI NUMANA - La crescia de granturcu sa l'erba de campu http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana/233-racconti-di-numana-la-crescia-de-granturcu-sa-l-erba-de-campu http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana/233-racconti-di-numana-la-crescia-de-granturcu-sa-l-erba-de-campu 14° RACCONTO

                            DAL  PASSATO  AL  PRESENTE  NUMANESE
                                    
                              La  crescia  de  granturcu  sa  l'erba  de  campu


                                                                                                              di  Pietro Marchetti Balducci



"L'ERBA DE CAMPU" - Fino agli anni '20 del '900 alimentarsi con pasti normali, come li intendiamo ora, per la maggior parte della popolazione numanese era un lusso che pochissimi si potevano permettere, quindi era consuetudine che le donne per rimediare una pur modesta "cena" andassero tutti i giorni a raccogliere "l'erba de campu" in campagna, anche d'inverno, e preferibilmente nei terreni  coltivati "a sodo", perché era più facile trovare le erbe commestibili, e nei campi coltivati da contadini conosciuti, perché non in tutti i terreni i contadini permettevano che persone sconosciute entrassero nei loro campi.
Questo rapporto amichevole con i contadini permetteva alle donne, oltre alla raccolta dell'erba, anche l'offerta di "una cotta" di farina di granturco e qualche volta anche una fascina di potature di viti o canne secche per alimentare il fuoco per cucinare l'erba, in cambio di qualche aiuto manuale nei lavori dei campi.
Qualche volta queste agevolazione dei contadini avvenivano dietro l'offerta di pesce da parte delle donne quando c'era  abbondanza di pescato come la "papalina, saraghina, attarì, cincinelli, sardoncì, oppure con alcune prestazioni di sartoria.
La sera quando tornavano a casa, dopo avere pulito e lavato "l'erba", preparavano subito "el caldaru nel fogu de mezzu" per cuocerla.
La legna per alimentare il fuoco era quasi sempre quella che veniva raccolta lungo le spiagge,  buttata dal mare durante le mareggiate con l'aggiunta delle fascine e di canne secche che  avevano avuto dai contadini.
Quando "l'erba" era cotta veniva scolata e "straginata" su una padella che conteneva qualche pezzetto di lardo sfritto per dare all'erba un po di sapore e di condimento, ma anche questo ingrediente era scarsissimo e dire che "l'erba" era condita significava esagerare, e di molto.
"LA CRESCIA DE GRANTURCU":  Dopo avere sistemato l'erba era la volta della crescia, non tutte le sere questa "operazione" era possibile perché l'ingrediente principale che era la farina de granturco non tutte le sere c'era la disponibilità, e quando non era possibile la cena era soltanto "erba de campu".
La crescia era un impasto di acqua e farina de granturco, qualche volta veniva aggiunta  della polenta del pasto del giorno, fatta avanzare di proposito, per aumentare il sapore e l'uniformità dell'impasto, raramente si aggiungeva anche un po di farina di grano.
La cottura della crescia iniziava mettendo sulla brace il "trepiedi"e sopra il "panaru" quando il panaru era ben caldo vi si adagiava sopra la crescia, il "panaru" era una piastra di ferro rotonda che riscaldandosi permetteva alla crescia di cuocere.
Finita anche questa operazione la famiglia si sedeva intorno al tavolo ricevendo ognuno la sua razione di crescia che variava a secondo dell'età dei figli.
L'erba veniva portata in tavola  in una "fiamenga" e ogni componente della famiglia la prendeva con la forchetta ponendola sopra la crescia, in effetti, la crescia faceva anche da piatto, perchè in quel periodo non era usanza che ogni  individuo avesse un piatto.
E' facile immaginare quanta sofferenza e fame c'era in queste famiglie  con tanti figli, l'unica nota positiva, come mi è stato raccontato, le famiglie erano sempre allegre e molto disponibili ad aiutarsi a vicenda..  

Numana  aprile 2013

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Numana Thu, 22 Oct 2015 15:34:48 +0000
RICETTE TRADIZIONALI http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana/231-ricette-tradizionali http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana/231-ricette-tradizionali FRESCARELLI, ( in numanese ‘’Taccasanti’’), per due persone.

Far bollire in una pentola un bicchiere circa di riso; a metà cottura aggiungere un po’ d’ acqua fredda e 100 gr di farina ( aggiungerla lentamente per non fare grumi).
In una padella soffriggere olio, aglio, cipolla e poco pomodoro.
A cottura ultimata mettere il riso nei piatti o nella ‘’spianatora’’ versando sopra il sughetto preparato nella padella.
P.S. Questo era il piatto tradizionale dei poveri nel periodo precedente agli anni ’40, ora si usa pochissimo.

PASTA REALE, per due persone.

Preparare un impasto con 40 gr di burro, un po’ di noce moscata, due uova, un pizzico di sale, due cucchiai di semolino, limone grattugiato, due cucchiai di formaggio parmigiano.
Fare delle frittellone e cuocerle in una padella antiaderente.
Tagliare le frittelline a cubetti.
Si possono mangiare asciutte condite con un buon sugo di carne o, preferibilmente, con un buon brodo di cappone.

Questo piatto non è numanese ; si iniziò a prepararlo negli anni ’30 in alcune famiglie benestanti. Ora è usato in pochissime famiglie.]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Numana Thu, 22 Oct 2015 15:32:07 +0000
VETUSTARIO http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana/234-vetustario http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/numana/234-vetustario Numana, la Vetustissima, un paese traducibile in piccole vie caratteristiche e storia in ogni dove; storia che si riscontra ad una prima occhiata, passeggiando per le vie:  la ‘’Torre’’, arco ogivale collocato in posizione dominante dalle origini ancora poco chiare,  le singolari case in centro costruite con pietra bianca del Conero ma  altresì presente laddove di primo acchito all’ occhio sfugge.. oltre il cortile di una casa in pieno centro storico, ad esempio, è custodita un’ impronta di storia. Sul retro, affiancata ad un muro ancora intatto d’ epoca picena è possibile aprire un varco oltre il tempo, compiere un tuffo nel passato.
La casa in questione è quella di Balducci Marchetti Pietro Presidente onorario della ‘ Società la Fenice’ e Presidente Onorario dell’ ‘ Associazione da Numana alla Boca’ con sede in Buenos Aires , stimato cittadino numanese doc e pietra miliare della memoria storica del luogo; circa venti anni fa si rese conto che gli oggetti di sua madre e sua nonna sparsi in casa fra la soffitta e lo scantinato, altro non erano che manufatti preziosi, veri e propri pezzi di storia. Consapevole di quanto importante sia la memoria ( senza memoria non c’è futuro [cit.] ) raccolse questi reperti familiari sistemandoli in una stanza; ben esposti, ognuno dotato di una piccola didascalia esplicativa che chiarifica il loro utilizzo, la loro funzione nel tempo, del tempo, riposano composti ed ordinati nel ‘’Vetustario’’.

Fiamminga rotta e cucita a mano dal ''truelinaro''

 

 

Il Sig. Pietro Marchetti Balducci

 

Valigia di cartone

 

Una parete del ' Vetustario'

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Numana Thu, 22 Oct 2015 15:45:12 +0000