Ancona http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona Mon, 24 Jul 2017 18:40:37 +0000 Joomla! - Open Source Content Management it-it simonedigrandi.ag@gmail.com (La Memoria dei Luoghi) ARCHIVIO IVANA PELLEGRINI - Biografia Ivana Pellegrini ed introduzione generale all’Archivio http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/86-archivio-ivana-pellegrini-biografia-ivana-pellegrini-ed-introduzione-generale-all-archivio http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/86-archivio-ivana-pellegrini-biografia-ivana-pellegrini-ed-introduzione-generale-all-archivio
“[…] Ogni ricerca non è mai ex nihilo,
ma si rende possibile solo grazie a quelle
di coloro che ci hanno preceduti e alla
loro memoria […]
Massimo Recalcati, L’ora di lezione,
Einaudi 2014, p. 34

 

Vivo a Largo Belvedere praticamente da sempre. A Palazzo Moroder, conosciuto anche come Palazzo degli impiegati comunali. È lì, precisamente al civico 9, che sono nata nel 1949. Per me molto più che un semplice edificio. Una realtà viva, densa di storia, di racconti, di relazioni, di sentimenti. Una convinzione, questa, che ho vissuto sempre come una dimensione personale, intima. Poi un giorno, nell’estate del 2007, da poco in pensione - dopo trentasei anni di insegnamento di materie letterarie negli Istituti di istruzione secondaria di I grado - l’ispirazione. Durante una festa da me organizzata nel giardino del Palazzo, alla quale invitai la poetessa Daniela Monachesi che recitò i suoi componimenti, venni a conoscenza del capitolo La casa di Largo Belvedere (riportato in Testimonianze di questo stesso archivio), tratto dall’autobiografia dell’Ing. Franco Sbordoni. Fu leggendo quel testo che appresi come uno degli originari condomini del Palazzo era stato lo scrittore e poeta anconetano Palermo Giangiacomi (1877-1939). Il Giangiacomi fu infatti direttore della biblioteca comunale “L. Benincasa”, così il Comune di Ancona gli assegnò l’appartamento al primo piano del civico 14 di Largo Belvedere, essendo il Palazzo costruito per gli impiegati comunali, per volontà del Podestà Riccardo Moroder. A testimoniarlo anche la targa marmorea che si erge sul giardino retrostante l’edificio; da qui, dunque, il nome Palazzo Moroder. Tanto è bastato perché iniziasse il mio lavoro di ricerca. A spingermi furono la mia curiosità e la mia voglia di conoscenza, ma ben presto si fece strada il desiderio di mantenere viva la memoria del “nostro” Poeta, di divulgarne opere e vicende che, intrecciandosi con la vita del condominio, avrebbero restituito anche uno spaccato di storia della città, da mettere a disposizione degli anconetani.

La mia ricerca non poté che cominciare dalla biblioteca “L. Benincasa” di Ancona che scoprii particolarmente fornita di opere dello e sullo stesso scrittore. Appresi così che il Giangiacomi era vissuto per dieci anni a Palazzo Moroder, dal 1929, anno dell’inaugurazione dell’edificio, fino alla sua morte, avvenuta il 22 marzo del 1939. E come spesso succede in questi casi, immersa tra libri e documenti, l’intuizione iniziale si arricchiva di episodi, dettagli, scoperte, materiali inediti. Così, leggendo la raccolta Storie e sturièle, mi sono imbattuta, ad esempio, nel componimento poetico Sceneta dal vero (Largo Belvedere. Una popolana si rivolge ad una signora affacciata). Un ritratto immortale di Largo Belvedere. Fu in quel momento che capii. Il legame profondo che avevo sempre sentito verso il luogo dove sono nata e dove tre generazioni della mia famiglia sono vissute, del quale però io stessa conoscevo poco, non apparteneva solo a me, ma era un patrimonio di molti, se non dell’intera Ancona. Da quel giorno la mia ricerca continuò su due direttrici strettamente connesse tra loro: Palermo Giangiacomi ed il Palazzo degli impiegati comunali di Largo Belvedere n. 13-14, oggi 9-10.

La raccolta del materiale documentario è stata come un mettersi in viaggio, tra gli archivi delle biblioteche ed i fondi fotografici, ma anche tra le esperienze di vita dei condomini dei quali ho raccolto testimonianze e memorie attraverso dei questionari o lunghe conversazioni con essi. L’idea originaria era quella di riunire poi in un libro gli esiti della ricerca. In mente avevo già l’immagine della copertina: un ritratto del Palazzo. Per questo nel 2008, mentre stavo completando la mia ricerca, commissionai al grande pittore anconetano Antonio Di Pietro (di cui peraltro sono nipote. Mia madre era sua cugina) un dipinto di Palazzo Moroder (Cfr. Sezione Palazzo Moroder e l’arte di questo archivio). In quello stesso anno il dipinto venne intanto pubblicato a corredo di alcuni versi della poesia Palazzo Moroder di Daniela Monachesi (in Voci Nostre, Volume XXXVII, anno 2008, Nova Edizioni, p. 56). Un modo per rendere omaggio al Palazzo che nel 2009 avrebbe compiuto 80 anni dall’inaugurazione (fu infatti inaugurato il 29 luglio 1929). Fu in quel momento che, mentre mi avvicinavo al traguardo di questo percorso, mi si fece incontro una consapevolezza: nel 2009 sarebbero ricorsi ben due anniversari. Il 20 luglio 2009, appunto, l’80° anniversario del Palazzo Moroder, prima, il 22 marzo 2009, sarebbero stati i settanta anni dalla morte di Palermo Giangiacomi. E come spesso capita nei viaggi di avanscoperta, mi concessi una deviazione. Messa da parte per un momento l’idea del libro, coinvolgendo i condomini di ieri e di oggi, pensai all’organizzazione di due iniziative, coordinate in collaborazione con il Comune di Ancona ed altre associazioni culturali, che presero ben presto le sembianze di un progetto. Omaggio a Palermo Giangiacomi, scrittore e poeta anconetano, nel 70° anniversario della morte (20 marzo 2009), fu il titolo della prima; Palazzo Moroder (1929-2009). Un palazzo di Ancona tra storia ed architettura (11-12 settembre 2009), quello della seconda. Fu durante la prima iniziativa che venne affissa una targa marmorea all’ingresso del Palazzo dove il Poeta era vissuto.

La macchina sulla strada di questa storia anconetana, fino a quel momento sconosciuta, era ormai in corsa. All’inizio del 2010, ottenni dal Comune di Ancona che Palermo Giangiacomi fosse inserito nel programma per le celebrazioni del 150° anniversario della Liberazione di Ancona e dell’Unità d’Italia. Al Teatro Sperimentale di Ancona andarono in scena due opere del Poeta e Scrittore: El Caribaldì e Mazzini a Londra. Fu l’inizio di una nuova ricerca. Punto di partenza, stavolta, l’archivio della Deputazione di Storia Patria per le Marche (nello specifico, il Fondo Risorgimento di Palermo Giangiacomi). È lì che in un giorno di studio mi capitò tra le mani un manoscritto inedito di Palermo Giangiacomi, Inni e canzoni del Risorgimento. Fu per me come il ritrovamento di un tesoro nascosto. Dedicai un anno e mezzo di impegnativo lavoro sul testo e per la messa a punto dell’editing, ma alla fine, il 30 maggio 2011, il libro a mia cura (pubblicato dalla casa editrice Italic Pequod), era pronto per essere presentato al pubblico, portando così a compimento, o almeno mi piace pensarlo, la volontà dello Scrittore. Il debutto andò in scena al Teatro Sperimentale di Ancona, nell’ambito dell’esposizione Ancona nel Risorgimento (Cfr. Sezione Palermo Giangiacomi 2 di questo Archivio).

È procedendo lungo questo percorso di ricerca, iniziato un po’ per caso nel 2007 e proseguito fino al 2012, che ho potuto raccogliere molto materiale [fotografico e cartaceo (documentario e librario)], che ho messo poi a disposizione di questo archivio, notando come il progetto “La memoria dei luoghi” perseguiva proprio gli stessi obiettivi che io mi ero posta cominciando il mio lavoro. Pertanto, con viva riconoscenza, ringrazio questo progetto ideato dal Sistema Museale della Provincia di Ancona e sostenuto dalla Provincia di Ancona e dalla Regione Marche, per l’opportunità offerta di rendere pubblico questo archivio, del quale ho ritenuto importante ricostruire la genesi per renderlo ben comprensibile e fruibile.

Il mio è stato un lavoro intenso, nell’ideazione e nella realizzazione, che ha il sapore di un canto d’amore per le mie radici.

Ringrazio con sincera riconoscenza quanti hanno reso possibile la raccolta del materiale di questo archivio.

* Introduzione generale all’Archivio, Breve storia di Palazzo Moroder-Costanzi, Introduzione alle testimonianze e Conclusione alle testimonianze sono state scritte a quattro mani da Ivana Pellegrini ed Agnese Carnevali. La parte grafica delle sezioni Mostra fotografica e Palazzo Moroder e l’arte sono a cura di Emanuele Garofalo 

 

 

 

Archivio Ivana Pellegrini - Tutti i Diritti Riservati

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Ancona Fri, 16 Oct 2015 04:28:23 +0000
ARCHIVIO IVANA PELLEGRINI - Breve storia di Palazzo Moroder Costanzi http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/88-archivio-ivana-pellegrini-breve-storia-di-palazzo-moroder-costanzi http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/88-archivio-ivana-pellegrini-breve-storia-di-palazzo-moroder-costanzi
[…] “La memoria non sempre è abbandono nostalgico,
ma più segno della storia, indispensabile
per comprendere il presente e
costruire il futuro […]
Agnese Carnevali Il Messaggero
20 marzo 2014, p. 40
 
I luoghi, se sappiamo bene interrogarli,
ci raccontano, attraverso le trasformazioni
subite, la loro storia, che risulta in stretto
legame con quella delle persone
che vi abitano
Le pietre raccontano: Santa Maria
della Piazza, a cura del Centro
Culturale Miguel Manara,
Castel Bolognese: Itaca, 2011

 

 

La mia ricerca sulla storia di Largo Belvedere e di Palazzo Moroder non è mai stata ispirata ad un’operazione nostalgica sul passato e non ne ha mai preso la forma. L’intento è sempre stato, piuttosto, come si può evincere anche dall’introduzione generale al mio lavoro (cfr. Introduzione generale all’Archivio), mantenere viva la memoria storica di questo luogo, i cui nodi fondamentali sono il XVII secolo e la Seconda Guerra Mondiale. Infatti Palazzo Moroder sorse nel cuore del baluardo di San Pietro, eretto proprio nel XVII secolo. Testimonianza viva ne resta al primo livello del giardino dove si trovano ancora le vestigia di un tratto delle originarie mura. Una presenza storica, quella del baluardo, che arricchisce di significati Largo Belvedere. Il baluardo San Pietro, infatti, rappresenta un elemento chiave dell’identità stessa della città, delineando il limite tra l’Ancona antica e quella moderna (cfr. Illustrazione di Gino Costanzi, inserita nella Sezione Mostra Fotografica, Vedute del Colle Cappuccini e di Palazzo Moroder di questo Archivio).

Altro momento cruciale per il Palazzo fu la Seconda Guerra Mondiale quando l’edificio, dopo l’8 settembre ’43 ed i bombardamenti sulla città, che portarono allo sfollamento delle famiglie, diede ospitalità prima ai soldati polacchi del 2° Corpo d’Armata del generale Anders e a quelli inglesi della Raf, poi ai militi italiani.

Nelle cantine del Palazzo Moroder, al civico 14, fu realizzato il Rifugio pubblico di Largo Belvedere n. 14 del Comune di Ancona, come documentano le fonti archivistiche e attestano vari condòmini nelle loro testimonianze (cfr. Sezione Testimonianze di questo Archivio).

 

(Planimetria rifugio pubblico_Largo Belvedere, n. 14 del Comune di Ancona, Ufficio di riqualificazione urbana del Comune di Ancona).

 

Se il XVII secolo e la Seconda Guerra Mondiale sono gli episodi più significativi nella storia dell’edificio, c’è un’altra data che segna la vita di Largo Belvedere e che emerge dalla mia ricerca. È il 20 luglio del 1929, quando venne inaugurato Palazzo Moroder. Il suo nome ufficiale, in origine, era Palazzo degli impiegati comunali, ma nel 2008, mentre stavo svolgendo il mio lavoro di riscostruzione storica, mi sembrò importante attribuire al complesso il nome di Palazzo Moroder. Fu, infatti, per volontà del Podestà Cavalier Riccardo Moroder, che apparteneva ad una delle famiglie più importanti di Ancona (cfr Sezione Mostra fotografica Palazzo Moroder di questo Archivio, nella parte relativa a Riccardo Moroder) che venne eretto lo stabile. Successivamente, proseguendo la ricerca storica sull’origine dell’edificio, quando la mostra fotografica ad esso dedicata era già avvenuta (cfr. Introduzione generale all’Archivio), è emerso anche il fondamentale contributo che venne dato alla sua realizzazione dall’ingegnere Gino Costanzi, che ne fu il progettista. Per cui, per precisione, l’intitolazione del Palazzo di Largo Belvedere dovrebbe essere Palazzo Moroder-Costanzi.

La sua costruzione rientra nella storia abitativa della classe dirigente municipale fascista, iniziata nel 1921. In quell’anno, infatti, fu costruito il Palazzo degli impiegati della Provincia, in via Frediani, e, invece, alla fine degli anni Venti, l’edificio per gli impiegati dello Stato, in via Piave. Accontentati così sia i dipendenti provinciali sia i dipendenti statali, non mancavano, ora, che gli impiegati comunali, per i quali l’amministrazione pubblica si mise, dunque, al lavoro. Come attestano R. Petrelli, G. Zavani, M. Perinetti Casoni nel loro intervento L’edilizia residenziale sovvenzionata ad Ancona (1900-1940), in Storia urbana, 1989, n. 47, pp. 183-185, riportato da M. Ciani ed E. Sori in Ancona contemporanea – 1860-1940 (Clua edizioni Ancona, 1992, p. 640), nel 1927 «fu varato il progetto di costruire un edificio di forme abbastanza simili a quelle degli altri due complessi edilizi, ma la zona (un’area di risulta sui bastioni di Porta S. Pietro, oggi Largo Belvedere) era di gran lunga meno pregiata delle altre due (il nuovo asse Adriatico di espansione urbana), anche se più panoramica. Alla Cooperativa degli impiegati comunali il Municipio diede un contributo determinante, mentre quello dello Stato (150.000 lire) fu modesto».

 

Targa commemorativa del Palazzo Moroder 2009

Appena popolato dalle famiglie degli impiegati comunali, Palazzo Moroder-Costanzi divenne molto più che un insieme di abitazioni. L’edificio fu da subito luogo di socialità e di condivisione tra i condòmini. Una vera e propria comunità (come si può comprendere meglio in Introduzione alle testimonianze di questo Archivio). Uno dei simboli dello stretto legame e dei rapporti tra i suoi residenti era il gioco delle bocce che, negli anni Venti, Trenta e Quaranta, quando la tecnologia televisiva ed informatica non era ancora nata, era molto di moda tra i residenti del Palazzo. Tanto che, al terzo piano del giardino, fin dal 1929, era stato costruito un campo di gioco (cfr. Sezione Testimonianze di questo Archivio, in particolare quella dell’ingegnere Franco Sbordoni e Sezione Mostra FotograficaFamiglia Roccheggiani-Pellegrini), sul quale si dilettava anche lo scrittore e poeta anconetano, Palermo Giangiacomi, tra gli originari condòmini dell’edificio, dove visse per dieci anni, essendo direttore della biblioteca comunale “L. Benincasa” (cfr. Introduzione generale all’Archivio).

 

 

 

Archivio Ivana Pellegrini - Tutti i Diritti Riservati

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Ancona Fri, 16 Oct 2015 05:41:12 +0000
ARCHIVIO IVANA PELLEGRINI - Le testimonianze degli originari condòmini http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/101-archivio-ivana-pellegrini-testimonianze-degli-originari-condomini http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/101-archivio-ivana-pellegrini-testimonianze-degli-originari-condomini INTRODUZIONE

 

M'hai lasciato un giardi'
C'è chi lascia un poema
e chi non lascia niente
perché esse muto è 'l tema
de vive, in tanta gente.
 
Però te m'hai inganato,
vechio, e pe' non morì
muto com'eri stato,
m'hai lasciato un giardì.
Franco Scataglini,
da E per un frutto piace tutto un orto, 1973

Ripercorrere e ricostruire il passato di Palazzo Moroder per me non poteva che significare mettere insieme le voci ed i racconti di chi, proprio come me, nell’edificio di Largo Belvedere ha trascorso buona parte della sua esistenza. È proprio il vissuto delle famiglie che abitarono, ed in alcuni casi abitano tuttora, nel complesso residenziale ad averne scritto la storia. Come già affermato nell’introduzione generale al mio lavoro di ricerca, Palazzo Moroder è qualcosa di più di un semplice luogo, di un condominio. Esso è stato una comunità dove si sono ntrecciate esperienze, emozioni, sentimenti (cfr. Introduzione generale all’Archivio). Per questo, ho voluto focalizzare la mia ricerca sui rapporti all’interno della piccola comunità e tra questa e l’area urbana in cui sorge l’edificio, divenuto luogo della memoria collettiva condivisa, dei valori storico-antropologici e della cultura sedimentata nel tempo. Un lavoro che si è tradotto nella raccolta delle testimonianze dei componenti delle famiglie che sono vissute e vivono nel Palazzo. Ne sono emerse: esperienze di vita comuni, vissute da bambini, come la descrizione dei passatempi, il sentimento di felicità che si provava a giocare all’aperto, nel giardino retrostante o nel piazzale antistante il Palazzo; esperienze vissute dagli adolescenti e dai giovani, come le feste da ballo in giardino. Oppure, le esperienze delle intere famiglie, che si radunavano, sempre in giardino, per condividere la cena. E poi, il gioco delle bocce, nell’apposito campo al terzo piano, come si può vedere nelle foto di questo Archivio. Ancora, gli eventi trascorsi insieme, come il Battesimo, la Prima Comunione, la Cresima, il matrimonio, fino purtroppo allo sfollamento delle famiglie dopo i primi bombardamenti del 1943. Infine, la sofferenza e la precarietà della guerra nei vari paesi dell’entroterra marchigiana e, per alcuni, purtroppo anche la morte. Momenti vissuti in un rapporto armonico di affiatamento e di solidarietà, tanto che molti mi hanno riferito di sentirsi come un’unica, grande famiglia.

Con la Seconda Guerra Mondiale, alle storie personali che animavano Palazzo Moroder e che ne segnarono l’identità, che permane tutt’oggi, si intrecciò la Storia con la S maiuscola. Come già accennato nell’introduzione generale alla mia ricerca, dopo lo sfollamento delle famiglie il Palazzo ha dato ospitalità al 2° Corpo d’Armata del generale Anders e agli inglesi della Raf, poi ai nostri militi. Amicizie solide e durature sono nate tra i condòmini e i soldati, come quella tra la famiglia Pieia ed il loro ospite polacco, il soldato Josef Gnesiak, capo magazziniere del Comando alleato. A volte l’amicizia si è trasformata in amore, come nel caso del polacco Andrea Berger e Rossana Racané, dal cui matrimonio nacque Adriana, mia amica d’infanzia; la macchina fotografica la ritrae insieme a me al terzo livello del giardino (cfr. Sezione Mostra fotografica di questo Archivio, in particolare In omaggio ai soldati polacchi di stanza a Palazzo Moroder nel biennio 1943-1945).

Al rientro al Palazzo, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, tutti coloro che hanno rilasciato la loro testimonianza sono concordi nell’affermare che i bei tempi erano ormai passati e nulla era più come prima. Ma ciò che era stato ha comunque impresso un segno indelebile nella storia dell’edificio di Largo Belvedere. Una memoria che non può e non deve andare perduta. Questo il faro del mio lavoro di ricerca.

Avvertenza: i testi delle testimonianze dei condomini sono riportati nei pdf in fondo alla pagina e sono nella grafia originale.

Elenco testimonianze

     Franco Sbordoni

     Sandra Bartelloni

     Tullio Olivieri

     Giorgio Pieia

     Claudio Pietroni    

     Carmine Sargentoni

     Ida Vittoria Sargentoni

     Silvana Sargentoni

     Indo Regni

     Lanfranco Roccheggiani

 

CONCLUSIONE

Lo scorrere delle parole di queste testimonianze mi sembra delinei in maniera precisa il modus vivendi dei condòmini di un palazzo, caratterizzato da senso di appartenenza, buon vicinato, solidarietà e senso civico, valori che nelle città odierne sembrano non esistere più. Proprio questo era uno degli scopi della mia ricerca su Palazzo Moroder. Allo stesso tempo, mettere nero su bianco i racconti dei residenti di Largo Belvedere con l’intento di farli conoscere al pubblico è per me un modo per auspicare, caparbiamente, contro la logica contemporanea dell’homo homini lupus, che i rapporti tra condòmini siano ancora improntati a senso di umanità, amicizia, rispetto reciproco e solidarietà, perché dopo i familiari, sono “gli altri” a noi più vicini.

Mi piace pensare che, se nel passato sono state le relazioni tra gli abitanti di Palazzo Moroder a costruire l’identità dell’edificio, rendendolo più che uno spazio fisico, un luogo esperenziale, un’entità animata, nel presente e nel futuro possa essere il prendersi cura di questo manufatto antico il nuovo collante per riscoprire la vita comunitaria, dato che è andato perduto quello originale, che consisteva nell’essere tutti appartenenti alla classe impiegatizia del Comune di Ancona.

Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno partecipato al mio lavoro di ricerca con la loro testimonianza e le loro foto di famiglia.

 

 

 

Archivio Ivana Pellegrini - Tutti i Diritti Riservati

 

 

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Ancona Fri, 16 Oct 2015 10:15:40 +0000
ARCHIVIO IVANA PELLEGRINI - Mostra fotografica: “Palazzo Moroder (1929- 2009)" - Famiglia Bartelloni http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/99-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-bartelloni http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/99-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-bartelloni Mostra fotografica: “Palazzo Moroder(1929- 2009): Un palazzo di Ancona tra storia e architettura”, dall'11 al 19 settembre 2009, presso la sala espositiva di Palazzo Camerata, a cura di Sauro Marini.

Famiglia Bartelloni

 

 

 

 

 Archivio Ivana Pellegrini - Tutti i Diritti Riservati

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Ancona Fri, 16 Oct 2015 08:24:08 +0000
ARCHIVIO IVANA PELLEGRINI - Mostra fotografica: “Palazzo Moroder (1929- 2009)" - Famiglia Costanzi http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/97-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-costanzi http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/97-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-costanzi Mostra fotografica: “Palazzo Moroder(1929- 2009): Un palazzo di Ancona tra storia e architettura”, dall'11 al 19 settembre 2009, presso la sala espositiva di Palazzo Camerata, a cura di Sauro Marini.

Famiglia Costanzi

 

 

 

 

 

 

 

 

Archivio Ivana Pellegrini - Tutti i Diritti Riservati

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Ancona Fri, 16 Oct 2015 08:20:43 +0000
ARCHIVIO IVANA PELLEGRINI - Mostra fotografica: “Palazzo Moroder (1929- 2009)" - Famiglia Costanzi - Biografia dell'Ingegnere Gino Costanzi del prof. Fabio Mariano http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/100-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-costanzi-biografia-dell-ingegnere-gino-costanzi-del-prof-fabio-mariano http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/100-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-costanzi-biografia-dell-ingegnere-gino-costanzi-del-prof-fabio-mariano L’ Ingegner Gino Costanzi (Roma 1888-Ancona1952)

di Fabio Mariano*

Gino Costanzi, figlio di Umberto, nasce a Roma il 28 gennaio 1888, conseguì il diploma di Perito Agrimensore presso l’Istituto Tecnico di Ancona nel 1907, dove eserciterà per breve periodo la pratica di geometra presso lo studio dell’Ing. Arch. Giovanni Bianchi. Vinto il concorso, entrò di ruolo nell’Ufficio Tecnico del Comune di Ancona con la qualifica di Geometra di prima classe. Il regolamento organico del Comune gli consentì di esercitare contemporaneamente la specifica pratica professionale progettando e realizzando opere edilizie dal 1907 al 1927, interrotta soltanto durante la I° Guerra Mondiale (1915-19) dove fu arruolato volontario nel febbraio 1915, prima in trincea quindi col grado di capitano comandante di squadriglia di idrovolanti per tre anni.

Numerosi sono i progetti e le realizzazioni di fabbricati di civile abitazione edificati ad Ancona in questi anni. Si ricordano fra gli altri: il Palazzo Gioacchini in Viale della Vittoria (1923), Il Palazzo del Caffè Diana al Viale (1924), la Villa Sensini in Via Farina (oggi Corso Matteotti, 1926), il Palazzo Del Vecchio in Via Sanzio (1926-27), l’elegante palazzo in Via S. Martino/Via Vecchini in stile neoromanico, abbellito da raffinate ceramiche Liberty (1928-29) e le similari palazzine in Via Oslavia: Villa Agnese e Villa Luisa; coevo è anche il suo decorato villino Liberty in Via Pergolesi. Nonostante le difficoltà del periodo bellico Costanzi studiava contemporaneamente ingegneria presso l’Università di Roma la Sapienza dove si laureò e, oramai adulto, venne abilitato all’esercizio della professione nel 1929, quindi iscritto all’Albo della Confederazione dei professionisti e degli artisti di Ancona, dove risiedeva. Il nuovo titolo gli consentirà la progettazione di edifici di maggiore complessità strutturale, quali i due alti edifici su Via Goito per l’Impresa Gioacchini e il vasto Palazzo dei dipendenti comunali in Largo Belvedere (1929), dove abitò per lungo tempo. Negli anni ’30 l’Ing. Costanzi otterrà alcuni prestigiosi incarichi pubblici, quali la sistemazione del tratto terminale della via XXIX Settembre per ospitarvi la statua dell'imperatore Traiano, donata da Mussolini in occasione della sua visita in città nel novembre 1932. Inoltre realizzò la sistemazione di Piazza Diaz, con la nuova fontana, alcuni padiglioni temporanei nella neonata Fiera della Pesca (in varie edizioni) dove sperimenterà interessanti soluzioni nel nuovo linguaggio architettonico razionalista. Soluzioni aggiornate che riprodurrà anche nel complesso delle case popolari in Via Circonvallazione (1932-33) ed in Via Scrima, e nel complesso privato delle case Toschi in Via Trieste. Sue realizzazioni furono anche, a Passo Varano, la Chiesa del Sacro Cuore e la Scuola Comunale Rurale Attilio Furlani.

Uno dei suoi ultimi progetti, significativi per l’immagine storica della città, fu il Ristorante il Passetto, realizzato sui terreni della famiglia Mattei al termine del Viale, con la sua originale pianta ellittica, inaugurato nel 1949. Gino Costanzi si spense nel 1952.

La sua intensa attività progettuale, qui in parte tratteggiata, fu caratterizzata da un garbato e sapiente uso degli stilemi classici tipici del “secondo Eclettismo”, espresso sempre con correttezza professionale, ma capace anche di adeguarsi coerentemente all’evolversi del gusto dei suoi tempi; essa caratterizza una delle figure più significative dell’architettura dell’Ancona fra le due guerre, seconda solo al suo coetaneo anconetano Guido Cirilli col quale pure intrattenne rapporti di stima ed amicizia.

*Professore ordinario di Restauro architettonico presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche in Ancona, dove svolge attività didattica dal 1975.

 

 

 

Archivio Ivana Pellegrini - Tutti i Diritti Riservati

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Ancona Fri, 16 Oct 2015 09:48:34 +0000
ARCHIVIO IVANA PELLEGRINI - Mostra fotografica: “Palazzo Moroder (1929- 2009)" - Famiglia Pieia http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/95-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-pieia http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/95-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-pieia Mostra fotografica: “Palazzo Moroder(1929- 2009): Un palazzo di Ancona tra storia e architettura”, dall'11 al 19 settembre 2009, presso la sala espositiva di Palazzo Camerata, a cura di Sauro Marini.

Famiglia Pieia

 

 

 

Archivio Ivana Pellegrini - Tutti i Diritti Riservati

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Ancona Fri, 16 Oct 2015 08:16:07 +0000
ARCHIVIO IVANA PELLEGRINI - Mostra fotografica: “Palazzo Moroder (1929- 2009)" - Famiglia Pietroni http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/94-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-pietroni http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/94-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-pietroni Mostra fotografica: “Palazzo Moroder(1929- 2009): Un palazzo di Ancona tra storia e architettura”, dall'11 al 19 settembre 2009, presso la sala espositiva di Palazzo Camerata, a cura di Sauro Marini.

Famiglia Pietroni

 

 

 

 

 

Archivio Ivana Pellegrini - Tutti i Diritti Riservati

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Ancona Fri, 16 Oct 2015 07:55:13 +0000
ARCHIVIO IVANA PELLEGRINI - Mostra fotografica: “Palazzo Moroder (1929- 2009)" - Famiglia Regni http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/96-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-regni http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/96-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-regni Mostra fotografica: “Palazzo Moroder(1929- 2009): Un palazzo di Ancona tra storia e architettura”, dall'11 al 19 settembre 2009, presso la sala espositiva di Palazzo Camerata, a cura di Sauro Marini.

Famiglia Regni

 

 

 

 

 

Archivio Ivana Pellegrini - Tutti i Diritti Riservati

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Ancona Fri, 16 Oct 2015 08:19:08 +0000
ARCHIVIO IVANA PELLEGRINI - Mostra fotografica: “Palazzo Moroder (1929- 2009)" - Famiglia Rocchegiani e Pellegrini http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/98-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-rocchegiani-e-pellegrini http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/ancona/98-archivio-ivana-pellegrini-mostra-fotografica-palazzo-moroder-1929-2009-famiglia-rocchegiani-e-pellegrini Mostra fotografica: “Palazzo Moroder(1929- 2009): Un palazzo di Ancona tra storia e architettura”, dall'11 al 19 settembre 2009, presso la sala espositiva di Palazzo Camerata, a cura di Sauro Marini.

Famiglia Rocchegiani e Pellegrini

 

 

 

 

 

Archivio Ivana Pellegrini - Tutti i Diritti Riservati

]]>
fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Ancona Fri, 16 Oct 2015 08:22:28 +0000